Operazione “Fish&drug”, domani primi interrogatori

Quarantotto indagati. Diciassette dei quali sono stati raggiunti dalle misure cautelari firmate dal Gip del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, su richiesta del procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella e del sostituto Sara Varazi.

Quaranta le richieste di misura cautelare avanzate nel marzo del 2021, quasi tutte afflittive (carcere o domiciliari)

Questi i numeri dell'operazione antidroga "Fish & drug" eseguita, all'alba, dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento e dai poliziotti del commissariato "Frontiera" di Porto Empedocle collaborati egregiamente dalla Capitaneria di Porto.

La custodia in carcere è stata disposta per Gaetano Volpe, 56 anni, residente a Realmonte; Alfonso Indelicato, 49 anni, residente ad Agrigento e Salvatore Papia, 51 anni, residente a Favara che era già detenuto per altra causa.

Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per otto indagati: Gerlando Fiore, 60 anni, residente a Porto Empedocle; Salvatore Incardona, 50 anni, di Palma di Montechiaro; Giovanni Terrana, 52 anni, di Porto Empedocle; Riccardo Volpe, 32 anni, residente a Realmonte; Luigi Fiore, 27 anni, residente a Realmonte; Stefano Sacco, 58 anni di Porto Empedocle; Mohamed El Emary Ahmed Saad, egiziano di 60 anni; e Antonio Costa, 49 anni di Canicattì.

Obbligo di dimora per Giovanni Pirrera, 51 anni, di Favara; Claudio Meli, 33 anni, di Agrigento; Vincenzo Fallea, 44 anni, di Agrigento; Carmelo Colombo, 47 anni, residente a Porto Empedocle; Calogero Colombo, 25 anni, residente a Porto Empedocle. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria disposto per Gerlando Fiore, 27 anni, residente a Realmonte.

Oggi cominciano gli interrogatori nel carcere di Agrigento. Si comincia, appunto, con i detenuti non ai domiciliari, ossia Gaetano Volpe (difeso dall'avv. Remo Tripodo), Alfonso Indelicato e Salvatore Papia (difeso dall'avv. Salvatore Virgone).

Poi, nei prossimi giorni sarà la volta degli altri indagati non raggiunti da misura cautelare.

L’inchiesta, particolarmente complessa, ha avuto il suo avvio con l’arresto di Michele Lo Negro trovato con 4,200 kg di hashish.

  • Gaetano Tano VolpeGaetano Tano Volpe
  • Michele Lo Negro e la droga sequestrataMichele Lo Negro e la droga sequestrata
Operazione "Fish&drug"

Da quella cattura eseguita dal personale del Commissariato di Porto Empedocle si è arrivati a Gaetano Volpe, “Tano” per tutti, principale figura dell’intera inchiesta.

Ed infatti, scrivono gli inquirenti: “Dal complesso dell’attività svolta sono emersi elementi solidi e concreti in ordine alla responsabilità di diversi soggetti membri o comunque riconducibili alla famiglia Volpe.

In particolare, veniva cristallizzata la figura di Gaetano Volpe, che svolge attività lavorativa nel settore ittico, con l’incarico di capo barca e motorista del motopesca “Riccardo Volpe”.

Oltre ad annoverare diverse condanne per reati inerenti il codice sulla navigazione, nonché per i reati di rissa ed emissione assegni a vuoto, risulta gravato da numerosi precedenti di polizia per i reati di rissa aggravata da lesioni gravi, furto aggravato in concorso, lesioni personali, lesioni personali aggravate dall’uso delle armi (segnatamente dall’uso di armi da sparo), ricettazione ed evasione.

Egli è figlio di Riccardo Volpe, ucciso il 23.10.1993 a Ribera con due colpi di fucile. Quest’ultimo, a bordo del motopesca “Orione IV” venne arrestato a Tangeri (Marocco), unitamente agli altri componenti dell’equipaggio, tra cui Francesco Salemi, attuale capitano del motopesca “Carlotta”, e lo zio di quest’ultimo, Giuseppe Salemi, inteso “Pinarè”.

Condannati dall’Autorità giudiziaria marocchina per immigrazione clandestina e infrazione alle norme della navigazione, all’evento seguì un’articolata e complessa indagine, curata dall’allora Centro Criminalpol di Palermo, finalizzata all’accertamento di un traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra i Paesi del Bacino del Mediterraneo e l’Italia.

Nel corso delle indagini sono stati acquisiti numerosi indizi di reità nei confronti del predetto indagato in ordine all’illecita commercializzazione di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo hashish, per la quale lo stesso si è avvalso principalmente della cooperazione dei suoi più stretti familiari, ma anche di altri soggetti gravitanti nel tessuto criminale della provincia.

Nel corso dell’indagine emergeva la duplice figura di Gaetano Volpe, da un lato dominus nelle trattative inerenti alle cessioni dell’hashish in possesso del suo gruppo familiare, dall’altro abituale assuntore di cocaina, sostanza che lo stesso reperiva da diversi spacciatori empedoclini e favaresi.

Gaetano Volpe nella sua illecita attività di spaccio di sostanza stupefacente del tipo hashish veniva coadiuvato soprattutto dai propri congiunti. Nello specifico dalla compagna, dal figlio nonché dagli indagati Gerlando Fiore, i figli, il cugino. Ma anche da altri concorrenti, estranei al proprio nucleo familiare, quali Stefano Sacco, braccio destro di Volpe; Michele Curcio, Giovanni Terrana e Salvatore Incardona.

Per quanto riguarda l’odierno troncone di inchiesta, nei prossimi giorni, la Procura di Agrigento provvederà a far notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per tutti gli indagati, ma le indagini non sono finite.

Altri tronconi investigativi sono attualmente in via di sviluppo e coinvolgono anche altre Procure,



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