Agrigento, chiesta condanna di tre medici per omicidio colposo

Il sostituto procuratore della Repubblica, Chiara Bisso, ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di tre medici in servizio all'ospedale Barone Lombardo di Canicattì per omicidio colposo. Il pubblico ministero ha chiesto dieci mesi di reclusione per Fabrizio Cremona, 35 anni, Alfonso Maurizio Majorana, 67 anni e Mauro Ettore Zanchi, 59 anni. La vicenda scaturisce dalla morte di Febbronia Cirami, la sessantanovenne deceduta il 12 marzo dell’anno scorso all’ospedale di Agrigento, dove era stata trasferita in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute. La paziente, secondo quanto ipotizza il pubblico ministero Chiara Bisso, sarebbe stata operata alla colecisti nonostante un quadro clinico complesso dovuto ad un tumore che non sarebbe stato diagnosticato pur in presenza di un “quadro chiaro” dopo la Tac.

L’intervento, peraltro, avrebbe provocato lesioni al fegato mortali per la donna. In un primo momento erano indagati altri medici in servizio all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento ma la Procura ha ritenuto, dopo avere esaminato la consulenza del proprio medico legale Giuseppe Ragazzi, di restringere il cerchio delle responsabilita’ ai soli chirurghi che l’hanno operata. La vicenda scaturisce da una denuncia presentata dai familiari della donna attraverso il loro legale Calogero Meli. La settantenne si e’ presento’ il 21 gennaio del 2020 al pronto soccorso dell’ospedale di Canicatti’ accusando dei forti dolori addominali. In quella circostanza le sarebbero stati diagnosticati dei calcoli alla cistifellea e fu dimessa dopo avere programmato l’intervento per l’ultimo giorno del mese. In realta’, dopo un paio di giorni, la donna torna in ospedale perche’ accusa – secondo la ricostruzione dei fatti – nuovi dolori. Questa volta viene ricoverata e sottoposta ad accertamenti. La Tac, secondo quanto denunciato dalla donna, fu svolta solo dopo quattro giorni. Infine, completati altri accertamenti, si procede con l’intervento. Nei giorni successivi il figlio della donna si sarebbe accorto di una perdita ematica. La paziente, quindi, viene trasferita all’ospedale San Giovanni di Dio. Le condizioni si aggravano e, dopo alcuni giorni di coma, muore.



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