Ankara è la cosmopolita capitale della Turchia, una città decisamente particolare e situata nella regione centrale del Paese: l’Anatolia. Molte sono le attrazioni da visitare in questo luogo, ma se si vuol comprendere la complessa trama che compone l’antico passato turco è necessaria una visita al Museo delle Civiltà Anatoliche, una struttura che ospita ben 10 mila anni di storia del Paese.
Dove si trova il Museo delle Civiltà Anatoliche
Il Museo delle Civiltà Anatoliche si trova a 4 km a nord del centro di Ankara e a 15 minuti a piedi verso est dalla fermata Ulus della metropolitana. In sostanza, il complesso museale, eretto nel XV secolo, è situato accanto al Castello di Ankara e all’interno di un bedesten (mercato) del XV secolo, oggi magnificamente restaurato. In passato, infatti, una delle costruzioni era utilizzata come mercato e comprendeva oltre 100 negozi. Ai giorni nostri, invece, questi spazi conservano preziose testimonianze delle civiltà che hanno popolato questa zona della Turchia.
La storia del Museo delle Civiltà Anatoliche
Il primo museo di Ankara venne fondato da Mübarek Galip Bey nel 1921, nella sezione del Castello di Ankara chiamata Akkale. Oltre a questo museo, vennero raccolti anche reperti del tempio di Augusto e dei bagni bizantini. Tuttavia, su raccomandazione di Atatürk (di cui vi avevamo già parlato) e nell’ottica di istituire un “Museo Eti” nel centro, i manufatti ittiti della regione furono inviati nella capitale turca e quindi si rese necessario un museo che potesse contenere più opere.
Fu per questo motivo che il direttore della cultura dell’epoca, Hamit Zübeyir Koşay e il ministro dell’istruzione Saffet Arıkan, raccomandarono che il bazar Mahmut Paşa e la locanda fossero restaurati e trasformati in un museo. Esortazione che venne accettata a tal punto che il restauro continuò dal 1938 al 1968.
Dopo il completamento delle riparazioni del bazar nel 1940, un comitato presieduto dall’archeologo tedesco HG Guterbock vi ci organizzò il museo. Infatti fu nel 1943, mentre erano ancora in corso i lavori di restauro dell’edificio, che venne aperta ai visitatori la sezione centrale.
I progetti di questa zona dell’edificio vennero eseguiti dall’architetto Macit Kural e i lavori di restauro dall’architetto Zühtü Bey. Poi, nel 1948, l’amministrazione del museo lasciò Akkale come magazzino e lo stesso museo venne trasferito in quattro sale del Kurşunlu Han le cui riparazioni erano state completate.
I progetti di restauro della parte intorno alla struttura a cupola vennero poi preparati e applicati dall’architetto İhsan Kıygı. Cinque negozi rimasero nella loro forma originale e le pareti tra i negozi vennero demolite creando un ampio spazio per l’esposizione. L’edificio del museo raggiunse la sua magnificenza attuale nel 1968.
Cosa ammirare nel Museo di Ankara
Partiamo dal presupposto che sono ben dieci le cupole che sormontano la parte centrale della struttura. Una zona adornata di statue e bassorilievi, mentre nella sala circostante sono conservati i reperti risalenti alle prime civiltà che popolarono l’Anatolia a partire dal Paleolitico, proseguendo con quelle del Neolitico, dell’Età del Rame, dell’Età del Bronzo e poi ancora con gli assiri, gli ittiti, i frigi, gli urartei e i lidi.
I piani inferiori, invece, custodiscono manufatti del periodo classico greco e romano e ospitano una mostra dedicata alla storia di Ankara. Le esposizioni qui presenti si succedono in ordine cronologico lungo un percorso a spirale. Il consiglio, a tal proposito, è quello di iniziare il tour con la mostra dedicata al Paleolitico e al Neolitico nella sala a destra dell’ingresso, per poi procedere in senso antiorario fino al termine del percorso di visita che avviene nella sala centrale.
Qui è possibile ammirare alcuni reperti provenienti da Çatalhöyük, a sud-est di Konya, uno dei siti neolitici più importanti al mondo. Ma non solo, qua svetta anche la riproduzione dell’interno di una delle abitazioni tipiche rinvenute nella regione, una delle più celebri sculture della dea madre portate alla luce durante gli scavi e dipinti raffiguranti scene di caccia.
Inoltre, qui si possono scoprire anche alcuni reperti rinvenuti a Kültepe, una colonia commerciale assira dove aveva sede uno dei bazar più antichi e ricchi del mondo. I pezzi esposti comprendono tavole di argilla cotta risalenti agli inizi del II millennio a.C.
Una delle splendide figure ittite di tori e cervi che è possibile ammirare nella sala adiacente è diventata l’emblema di Ankara. Del resto, gli ittiti erano soprattutto noti per i loro enormi bassorilievi, e i migliori rinvenuti – per la più nella zona di Hattuşa –, sono esposti nella sala centrale.
Le ultime aree del museo conservano, invece, quasi tutti i ritrovamenti portati alla luce nella capitale frigia di Gordio, compresi alcuni straordinari mobili di legno intarsiato. Tra le opere figurano anche dei blocchi di calcare con iscrizioni simili all’alfabeto greco, ma che rimangono tuttora indecifrabili, e vasi rituali con testa a forma di leone e di ariete, che provano l’elevata qualità raggiunta dai frigi nella lavorazione dei metalli.
Ma non è finita qui. Il museo custodisce anche i manufatti della civiltà di Urartu. Infatti, la presenza di ricchi giacimenti di metallo spinse gli urartei ad affinare le proprie abilità nella loro lavorazione, diventando i principali produttori di oggetti metallici dell’Anatolia, come dimostrano i coltelli, i morsi per cavalli, i piatti votivi e gli scudi che sono qui esposti. Ci sono persino figure di terracotta di dèi antropomorfi, alcuni dotati di lunghe code di scorpione che indicano la loro natura divina, e manufatti neo-ittiti.
Ai piani inferiori, i reperti del periodo classico e le mostre dedicate alla storia della regione forniscono un quadro della cultura locale. Gli scavi, infatti, ci hanno restituito una strada romana vicino alla colonna di Giuliano. Infine, è importante sapere che anche Ankara espone il suo “anello mancante” nella catena evolutiva: l’Ankarapithecus, un primate di 30 kg che si cibava di frutta e risalente a ben 9,8 milioni di anni fa.
Perché vale la pena visitare il Museo delle Civiltà Anatoliche
Durante una visita ad Ankara non può mancare una tappa al Museo delle Civiltà Anatoliche poiché qui è davvero possibile scoprire molti aspetti della storia umana in Anatolia, dal Paleolitico all’era greca e romana. Ma non solo, questo è considerato uno dei più importanti musei archeologici di tutto il mondo anche perché è di eccezionale interesse per la ricchezza delle collezioni che vi sono conservate e che abbracciano tutte le civiltà succedutesi nell’Asia Minore. Insomma, visitare questo luogo è Il modo migliore per avvicinarsi e comprendere la storia della Turchia.
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