Si chiama “glicine di Leonardo”, ma a Milano pochi ne hanno sentito parlare. Sarà perché si trova in una zona periferica della città, sarà anche perché lo si può ammirare solo in Primavera, quando il glicine è in fiore e regala ai passanti uno spettacolo per gli occhi.
Fatto sta, che nel quartiere Ripamonti, nella zona Sud del Capoluogo lombardo, in quel quartiere oggi chiamato Scalo Romana dove sorgerà nel 2026 il Villaggio Olimpico in occasione dei XXV Giochi olimpici invernali Milano-Cortina, e un tempo piccolo borgo di Morivione, si nasconde una vera chicca.
Il “glicine di Leonardo” è uno dei più antichi d’Italia. Si calcola che abbia più di 700 anni.
Secondo gli esperti di botanica, le sue radici sono ormai così lunghe da arrivare a misurare circa due chilometri.
Si dice che proprio all’ombra delle sue coloratissime e profumatissime fronde venisse lo stesso Leonardo Da Vinci a meditare e a escogitare i suoi tanti progetti rivoluzionari per il naviglio di Milano che dista poche centinaia di metri.
Il Genio italiano era solito ritirarsi in questo angolino tranquillo della città, all’epoca alle porte di Milano, per meditare, spesso in compagnia niente meno che di Ludovico Sforza detto il Moro, reggente del Ducato di Milano. Dicono che durante una delle sue soste sotto il glicine avrebbe meditato il progetto della Conca Fallata del Naviglio Pavese.
Il glicine si trova al civico 2 di via Bernardino Verro, angolo via dei Fontanili, all’interno di un cortiletto aperto da dove tutti lo possono ammirare. Questo indirizzo, benché quasi sconosciuto ai locali, deve essere invece finito su qualche guida turistica, tanto che non è insolito incontrare gruppi di turisti, specie giapponesi, che con la bella stagione, si accalcano fuori dal cancello a scattare fotografie.
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